«In pratica la commissione sostiene che chiediamo sia il Comune ad occuparsi di ripristinare i servizi sanitari del Chierese, quando la questione è competenza regionale, ma la domanda è tutt’altra – chiarisce Sacco, prima firmataria della proposta – La nostra richiesta propone che l’amministrazione chierese si faccia promotrice di un percorso partecipativo con la cittadinanza dell’Asl To 5 affinchè il nostro ospedale torni all’operatività precedente il declassamento. Vorremmo che il Comune possa coinvolgere la cittadinanza in uno studio condiviso sulle necessità sanitarie del territorio».
Nulla a che vedere dunque con i processi decisionali di competenza della Regione in ambito sanitario:
«Fintanto che l’ospedale unico verrà realizzato, il che è ancora da vedere, ci siamo ritrovati con l’Ospedale Maggiore depauperato di molte specialità mediche – rammenta Sacco – Questo senza che la popolazione sia stata interpellata in alcun modo. La nostra proposta referendaria nasce dunque dalla volontà di coinvolgere la popolazione. Perchè la salute è un bene che tocca direttamente le persone e le scelte non possono essere basate semplicemente su numeri e conti che devono tornare. Quello che si continua a sbagliare è pensare che il riordino dei servizi sanitari possa essere fatto sulla carta senza prendere in considerazione il lato emotivo e personale di chi usa i servizi».
Conclude Sacco che già prospetta un ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale: «Valutare che per alcuni Comuni l’ospedale possa essere distante 25/40 chilometri perchè la densità di popolazione è bassa, è una scelta scellerata che non pensa al bene dei cittadini. Un ospedale deve essere baricentro rispetto a un territorio, non al numero di abitanti, se no ci troveremo sempre in una situazione di disparità di servizi, dove chi ne ha già molti continua ad vederli aumentare e altri diminuire».
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