Rachele Sacco

Sociale

Ordine del giorno: Natalità

Al Sindaco
All'assessore competente
Al Presidente del Consiglio Comunale
Al Segretario Comunale

Chieri lì, 21 Marzo 2023

Migliorare la natalità in Italia con azioni di sostegno alle famiglie e alle donne

PREMESSO CHE

La denatalità prosegue nel 2022 e 2023.

Secondo i dati provvisori di gennaio-settembre le nascite sono circa 6 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2021.

Nel 2022 la popolazione italiana è scesa sotto la soglia dei 59 milioni (58.850.717): al 31 dicembre la popolazione residente è inferiore di circa 179mila unità rispetto all’inizio dell’anno (-0,3%), nonostante il positivo contributo del saldo migratorio con l’estero.

I nati sono risultati di 392.598 (-1,9%), rispetto ai 400.249 del 2021

Il numero medio di figli per donna, per il complesso delle residenti, risale lievemente a 1,25 rispetto al 2020 (1,24). Negli anni 2008-2010 era a 1,44.

Il nuovo record minimo di nascite (393mila) e l’elevato numero di decessi (713mila) continuano a produrre un forte impatto sulla dinamica naturale.

Dal 2008, anno in cui si è registrato il valore massimo relativo di nascite degli ultimi 20 anni, l’Italia ha perso la capacità di crescita per effetto del bilancio naturale, non rimpiazzando a sufficienza chi muore con chi nasce. Ovviamente il periodo peggiore si è registrato con l’impennata dei decessi nel biennio della pandemia

CONSIDERATO CHE

Alla luce di questi dati il fenomeno della decrescita della popolazione derivante anche dalla diminuzione della natalità in Italia sta diventando una vera e propria emergenza con risvolti sociali ed economici sempre più rilevanti.

Gli effetti della denatalità si fanno sentire su tutti i settori dell’economia interconnessi con la cura dell’infanzia, ma anche per la scuola, a mero titolo di esempio basti pensare ai plessi scolastici periferici (intesi anche comuni di piccole dimensioni in aree marginali) con sempre meno bambini e sempre più a rischio di chiusura e centralizzazione.

Allo spopolamento progressivo dei paesi che porta all’abbandono sempre più consistente di territori non più presidiati, ma anche al depauperamento di vaste porzioni di territorio e alla riduzione di servizi.

RITENUTO CHE

I Comuni svolgono nell’incentivazione della nascita un proprio ruolo, così come Province e Regioni, attraverso l’erogazione di contributi ai nuovi nati piuttosto che alle famiglie, ad aiuti economici nell’accudimento, nella frequenza delle scuole, degli asili, per i centri estivi e più in generale attraverso i servizi socioassistenziali.

Queste azioni, però, non sono da sole sufficienti ad incentivare la natalità, segno di come sia necessaria una forte attività a livello nazionale che metta le donne e le famiglie in condizioni di poter procreare con la certezza che la cura e la crescita del figlio o di più figli non diventi un onere gravoso ma, al contrario, sia una potenzialità per la famiglia, così come per la comunità locale e per lo Stato.

IL CONSIGLIO COMUNALE IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA

A chiedere allo Stato di adottare importanti riforme a livello nazionale che incentivino ogni forma di assistenza alla natalità per le donne e che supportino i genitori, siano essi singoli o famiglie, nella cura dei figli fino alla maggiore età.

Lo Stato sostenga la cura della prole, la sua educazione, la crescita personale proporzionalmente alle possibilità economiche dei genitori, in modo tale che l’idea di avere uno o più figli non sia più percepita come un gravame economico e sociale per la famiglia.

A trasmettere questo ordine del giorno al Parlamento, Al Governo e al Ministero per la famiglia, la natalità e le pari opportunità.

 

RACHELE SACCO Capogruppo PROGETTO PER CHIERI – SALVIAMO L’OSPEDALE INSIEME

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